Videosorveglianza nei condomini: quando si oltrepassa il diritto alla privacy?

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È possibile installare un sistema di videosorveglianza nei condomini, ma occorre conoscere le regole di protezione della privacy per muoversi adeguatamente. Ecco come fare.

Quando la videosorveglianza oltrepassa il diritto alla privacy
Quando la videosorveglianza oltrepassa il diritto alla privacy

Ancora una volta abbiamo a che fare con i condomini, ma non si tratta né di furti da ponteggio, né di lavori edilizi: parliamo di

sistemi di videosorveglianza

utilizzati per proteggere i condomini da furti e atti illeciti.

Ricordiamoci sempre che la figura addetta a questo tipo di tutele è in primo luogo l’Amministratore di condominio.

Siete proprio sicuri che sono stati rispettati sia il diritto alla sicurezza che il diritto alla privacy di tutti i condomini?

Lo scoprirete nelle prossime righe. Se invece siete interessati a conoscere obblighi e sanzioni tra famiglia e lavoro cliccate qui.

Rischi della sorveglianza domestica

Per poter rispondere a questa domanda dobbiamo necessariamente rifarci al Garante per la protezione dei dati personali e alle disposizioni normative.

Quando installiamo questo tipo di sistemi dobbiamo essere a conoscenza delle potenziali conseguenze derivanti dall’utilizzo improprio di questi dispositivi.

Di questo ne parla il Codice penale relativamente ai delitti contro la persona, in particolare all’ex art. 615-bis:

“Chiunque mediante l’uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata svolgentesi nei luoghi indicati nell’articolo 614, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni”.

Dunque il rischio di commettere il reato si presenta non solo quando le telecamere vengono poste in modo da riprendere porte o finestre della casa o dell’appartamento che si ha di fronte, ma anche quando vengono poste all’interno della propria abitazione, qualora i presenti vengano filmati inconsapevolmente.

FAQ sulla tutela della privacy

In questo contesto si inserisce l’Autorità Garante della privacy che fornisce una risposta in applicazione del Regolamento UE 2016/679 (GDPR):

si possono installare delle telecamere presso la propria abitazione per finalità di controllo e prevenzione dei reati, a patto che tutti conoscano la presenza di questi sistemi.

Per facilitare la comprensione e il rispetto delle regole, il 20 gennaio 2022, il Garante ha pubblicato una scheda informativa che riassume in

6 punti

gli accorgimenti che le persone fisiche possono prendere quando si installano dei sistemi di videosorveglianza domestica.

La privacy in 6 punti

Vediamo ora nel dettaglio le regole che dovreste rispettare se avete intenzione di attivare delle misure di protezione per la vostra abitazione:

✔️Possono essere installate delle telecamere nelle SOLE aree di propria pertinenza;

✔️ Bisogna adottare misure atte a permettere l’oscuramento di porzioni di immagini qualora vengano riprese aree di terzi ed evitare che possano essere diffuse o comunicate a terzi;

✔️ In presenza di aree in cui insiste una servitù di passaggio in capo a terzi, occorre acquisire formalmente una tantum il consenso del titolare di tale diritto.

Diversamente:

❌ Non sono ammesse le riprese di aree condominiali comuni o di terzi soggetti;

❌Non sono ammesse le riprese di aree aperte al pubblico (es. strade pubbliche/ aree di passaggio pubblico).

Ricapitolando.

Se si vogliono installare delle telecamere in condominio

occorre informare le persone della loro presenza affiggendo dei cartelli.

L’importante è che riprendano sì le aree comuni ma non una casa specifica.

I dati raccolti vanno conservati per un tempo massimo di 48 ore e sono accessibili solo al personale autorizzato.

Infine, a causa dei rischi legati ai furti informatici, è importante dotarsi di programmi specifici affinché si possano proteggere efficacemente i dati.

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