Concessa l’uscita flessibile alle donne che hanno raggiunto almeno 58 anni di età anche per il nuovo anno. I dettagli sui requisiti per godere della pensione anticipata.
Una nuova possibilità è disponibile per le lavoratrici dipendenti e autonome, regolarmente iscritte all’INPS, che desiderano beneficiare della pensione anticipata grazie alla formula sperimentale
dell’opzione donna.
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Pensione anticipata: i requisiti
Per quanto concerne l’anno 2022, per godere dell’uscita anticipata è necessario aver raggiunto un’età minima pari a
58 anni con 35 anni di contributi versati.
59 anni è invece il limite minimo di età per le lavoratrici autonome.
Tali caratteristiche devono essere state acquisite entro il 31 dicembre 2021. Attendiamo eventuali proroghe che dovrebbero essere inserire nella prossima legge di Bilancio.
Va aggiunto inoltre che il trattamento non può essere conseguito cumulando la contribuzione versata in casse distinte in forma gratuita.
Si ammette solamente il
cumulo interno
all’Assicurazione generale obbligatoria ovvero è ammesso l’accesso all’opzione donna a coloro che, ad esempio, hanno versato i contributi nel Fondo pensione per lavoratori dipendenti e, al contempo, hanno provveduto al versamento dei contributi presso le gestioni speciali dei lavoratori autonomi (es. artigiani, commercianti, coltivatori diretti, imprenditori agricoli, coloni, mezzadri).
È invece ammessa la ricongiunzione onerosa dei versamenti verso l’INPS per i contributi accreditati presso altre casse, incluse le gestioni previdenziali dei liberi professionisti.
Ricalcolo della pensione
Trattandosi di un’uscita anticipata dal percorso lavorativo, occorre eseguire un ricalcolo contributivo della pensione.
Un sistema che, come si può ben pensare, è particolarmente penalizzante per il contribuente con tagli che possono superare il 30%.
In fase di ricalcolo della contribuzione, i redditi annui vengono rivalutati in base a uno specifico indicatore, l’indice Foi, che applica un rendimento pari al 2% per ciascun anno di anzianità contributiva accumulata.
Fate attenzione alla diversità di rendimento che dipende della tipologia della gestione, ognuno con tetti e fasce d’importo diverse.
Comunque sia l’opzione donna permette di richiedere il riscatto agevolato della laurea, opzione richiedibile
SOLO
al momento del pensionamento, pena l’impossibilità di avvalersi del beneficio.
Per ulteriori informazioni in merito potete leggervi le pubblicazioni dell’INPS: la circolare 35/2012, il messaggio 219/2013 e il messaggio 4560/2021.
Finestre di uscita
L’accesso all’opzione donna è possibile, oltre al raggiungimento dei requisiti sopra indicati, anche del trascorrimento di uno specifico periodo di attesa distinto nel modo seguente:
- 12 mesi per le lavoratrici dipendenti;
- 18 mesi per le lavoratrici autonome.
E per il 2023?
Anche per l’anno 2023 sembra essere confermata l’opzione donna benché rientri ancora nella bozze della nuova Legge di Bilancio.
Nella proroga sono previsti dei cambiamenti sui requisiti e sulla platea di beneficiari:
- raggiungimento di 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2022;
- requisito anagrafico innalzato a 60 anni.
Viene riconosciuta l’uscita flessibile a
sole tre casistiche:
- soggetti che assistono un parente entro il primo grado, un coniuge o un convivente portatore di handicap;
- coloro che hanno una percentuale di invalidità pari o maggiore a 74%;
- donne licenziate o che lavorano presso un’azienda in stato di crisi.
E’ ammessa inoltre la pensione anticipata alle donne con un figlio (59 anni), fino a un massimo di due (58 anni).
Attendiamo per conferma la pubblicazione della Legge di Bilancio.