L’ISEE diventa a pagamento

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Cambiano le modalità di elaborazione delle DSU successive alla prima. Ecco i dettagli sul calcolo ISEE.

Cambiano le modalità di elaborazione delle DSU successive alla prima. Ecco i dettagli sul calcolo ISEE.
ISEE diventa a pagamento

Già da ottobre scorso è cambiata la musica e d’ora in poi dovrete sottostare alle nuove direttive se vorrete richiedere un qualsiasi bonus o accedere a particolari agevolazioni che necessitano di questo documento.

Parliamo dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), l’attestazione utilizzata per valutare la situazione economica del nucleo familiare.

Una delle modalità previste per richiedere l’ISEE è rivolgersi ad un CAF, presentando la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica).

Un servizio precedentemente fornito gratuitamente (o a prezzo ridotto per la consulenza) grazie a una convenzione stipulata con l’INPS dai CAF.

ORA TUTTO CAMBIA!

Nelle prossime righe scoprirete cosa è variato dal 1° ottobre.

Avete saputo delle nuove disposizioni sul whistleblowing? Cliccate qui per scoprire quali saranno i nuovi obblighi.

ISEE: come cambia il servizio

In base alle indicazioni del Decreto Lavoro (Decreto-legge n. 48/2023),

l’elaborazione delle DSU per ISEE successive alla prima comporterà un COSTO.

Costo previsto per tutti i contribuenti che scelgono di rivolgersi ad un intermediario.

Sappiate infatti che la procedura può essere eventualmente effettuata autonomamente e senza il pagamento di alcun costo accedendo all’area riservata MyINPS.

Importi e casistiche di esonero

Ad ogni modo il servizio di compilazione della DSU per l’ISEE

resta gratuito se si tratta della prima presentazione e in caso di variazioni nei componenti del nucleo familiare durante l’anno.

Per la presentazione di DSU successive alla prima, il servizio sarà soggetto a

un costo di massimo €25.

Alcuni esempi di pratiche che richiedono il pagamento di tale importo:

  • cambiamenti nella situazione lavorativa: perdita del lavoro o l’inizio di una nuova occupazione ad esempio, che potrebbe comportare un reddito diverso rispetto al precedente;
  • variazioni patrimoniali ad esempio l’acquisizione o la vendita di beni immobili o di altri tipi di patrimonio;
  • modifiche nei trattamenti previdenziali/indennità: ad esempio se i contribuenti non percepiscono più o iniziano a ricevere nuovi trattamenti pensionistici, previdenziali, assistenziali o indennità specifiche, è necessario comunicarlo per effettuare la relativa variazione.

Questo è quello che è previsto dalla normativa per la pratica in sé, ma poi ogni intermediario può farsi pagare la consulenza.

Per qualsiasi altro chiarimento restiamo a vostra disposizione.

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