Legge Smuraglia – incentivi per chi assume detenuti

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Esiste una normativa italiana che mira a promuovere il lavoro dei detenuti all’interno delle carceri, incentivando le imprese e le cooperative ad assumere questi soggetti, si tratta della Legge Smuraglia. I dettagli.

Che cosa dice la Legge Smuraglia
Anche i detenuti possono lavorare

La Legge n.193 del 22 giugno 2000, o meglio conosciuta come Legge Smuraglia, vuole

promuovere il lavoro dei detenuti e facilitarne il reinserimento sociale e lavorativo, riducendo così il rischio di recidiva.

Infatti prima dell’introduzione di questa legge, il lavoro carcerario in Italia era poco sviluppato e le opportunità per i detenuti di acquisire competenze lavorative erano limitate.

La legge è stata progettata per colmare questa lacuna, offrendo incentivi fiscali e contributivi alle aziende e agli enti pubblici che assumono detenuti e internati.

Si cerca di trasformare il periodo di detenzione in un’opportunità di formazione e crescita personale, preparando i carcerati a un reinserimento efficace nella società una volta scontata la pena.

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Legge Smuraglia – chi può accedere agli incentivi e quali sono i requisiti?

Il beneficio spetta a tutti i datori di lavoro pubblici e privati, in particolare:

  • Le cooperative sociali che assumono persone detenute e internate negli istituti penitenziari o persone condannate e internate ammesse al lavoro esterno ed ex degenti di ospedali psichiatrici giudiziari;
  • Le aziende pubbliche e private che organizzano attività di produzione o di servizio all’interno degli istituti penitenziari, impiegando persone detenute o internate.

 Le imprese che vogliono avviare un’attività produttiva all’interno del penitenziario devono:

  1. stipulare una convenzione con l’Amministrazione penitenziaria;
  2. assumere detenuti per un periodo non inferiore a 30 giorni;
  3. corrispondere un trattamento economico non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi di lavoro.

Per quanto riguarda invece la tipologia di contratto di lavoro da redigere, l’INPS specifica in modo chiaro che

X sono esclusi i rapporti di lavoro domestici,

mentre sono ammessi contratti di lavoro subordinati sia a tempo determinato che indeterminato, comprendendo:

  • contrati di apprendistato,
  • contratti a chiamata o intermittente;
  • contratti effettuati a scopo di somministrazione.

Di che tipo di incentivo si tratta?

Parliamo di benefici contributivi riconosciuti sotto forma di sgravio contributivo e credito di imposta, così distinti:

credito di imposta pari a 520€ per lavoratori detenuti o internati, o 300€ per lavoratori semiliberi provenienti dalla detenzione o internati semiliberi

sgravio contributivo pari al 95% delle aliquote complessive della contribuzione per l’assicurazione obbligatoria previdenziale ed assistenziale per tutti i soggetti destinatari.

Questi incentivi mirano a ridurre il costo del lavoro per le aziende, rendendo più attraente l’assunzione di persone provenienti dal sistema penitenziario.

Forse non ne avete sentito parlare molto, infatti il problema di questa legge è che un terzo dei fondi stanziati non viene assegnato.

Per questo il CNEL, con il disegno di legge presentato il 29 maggio di quest’anno, sta cercando di potenziare il sistema di incentivi per le imprese e allargare cosi l’applicazione effettiva della norma a tutte le regioni.

E voi che ne pensate? Vorreste contribuire al reinserimento lavorativo e sociale di queste persone?

Contattateci per avere più informazioni.

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