Tutti sanno che visitare musei, siti archeologici o biblioteche è piacevole, ma non solo! Sono anche delle attività utili per lo stato italiano. Scoprite i segreti delle industrie culturali.
Recentemente sono stati annunciati i dati relativi alle industrie culturali e creative del nostro Paese per l’anno 2018. La ricerca segnala un incremento sia degli occupati, che raggiungono quota 1.550.000 (un numero superiore per lo +0,9% al tasso di occupazione nazionale negli altri settori), che del valore complessivo del settore, riconfermando all’Italia il primato europeo per il numero di imprese.
Infatti il settore ne conta nel complesso 416.080, numero Che incide per il 6,8% sul totale delle attività economiche del Paese.
Il Rapporto Symbola suddivide il sistema cultura in cinque macro domini: le industrie creative (architettura, comunicazione, design), le industrie culturali propriamente dette (cinema, editoria, videogiochi, software, musica e stampa), le imprese che lavorano con il patrimonio storico-artistico (musei, biblioteche, archivi, siti archeologici e monumenti), quelle che lavorano con le arti performative o visive e le imprese creative-driven.
Il nostro Paese è infatti ricco di bellezze naturali e culturali,
“Io paragono l’Italia con il resto dell’Universo, come un magnifico quando con un muro imbiancato a calce”
ha detto Marija Konstantinovna Baškirceva.
Un esempio di tale bellezza è la Casina delle Civette, uno dei due musei di Villa Torlonia a Roma, dimora del principe Giovanni Torlonia fino al 1939. Egli scelse questa casa appartata come sua dimora e la decorò ripetendo ovunque l’immagine della civetta, simbolo di sapienza e solitudine.
Il motto del principe, che si ritrova ancora oggi scolpito sulla pietra della costruzione, era “Sapienza e Solitudine” e questo dice molto sul suo stile di vita.