È partito il trimestre anti-inflazione, la misura ideata per sostenere le famiglie nell’acquisto di beni di prima necessità. Ma sta funzionando veramente? I dettagli sul carrello tricolore.
Chi ha il beneficio di disporre di una seconda casa sa che i costi da sostenere sono piuttosto elevati. Qualcuno si sarà sicuramente chiesto se è possibile eludere in qualche modo il Fisco dichiarando di avere
due prime case anche se sposati.
Cerchiamo di capire se ciò è possibile sia per le coppie che hanno scelto la separazione dei beni che per quelle in regime di comunione legale.
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Bis del bonus con due prime case
Acquistare un immobile come prima casa significa vedersi riconosciute una serie di agevolazioni quali l’esenzione dal pagamento di un’imposta di registro, nonché altri benefici per gli UNDER 36.
Ad ogni modo l’aspetto interessante di questa agevolazione è il fatto che ricade direttamente sulla singola persona:
due membri della stessa famiglia possono usufruirne separatamente.
MA ATTENZIONE
ci riferiamo al solo caso della separazione dei beni dove la moglie può acquistare una proprietà e il marito possederne un’altra godendo entrambi del bonus prima casa.
In presenza di figli maggiorenni, nel caso in cui il genitore possieda già un’abitazione, sarà possibile effettuare un secondo acquisto intestandola direttamente al figlio e mantenendo le agevolazioni previste.
Quindi in linea di massima il bonus prima casa può essere goduto
UNA SOLA VOLTA
anche se in alcuni casi è possibile utilizzare il bonus per due volte ovvero:
- quando l’immobile diventa inidoneo ai fini abitativi e vi è la necessità di cambiare casa, in quanto distrutto o danneggiato oppure perché in via di ristrutturazione;
- in seguito alla nascita di figli si può presentare la necessità di trovare una soluzione più spaziosa;
- volontà di acquisto di un immobile adiacente al primo per creare un’unica soluzione abitativa.
Comunione o separazione dei beni?
Un’ultima distinzione va fatta se la coppia è in regime di comunione o separazione dei beni.
Nel primo caso vige il principio di
residenza della famiglia
per cui non è necessario che entrambi i coniugi abbiano la residenza nell’immobile agevolato.
Diversamente nella separazione dei beni non vige il concetto di residenza, dunque
il mancato trasferimento del coniuge entro i 18 mesi dal rogito comporta la decadenza dai benefici.
Se volete approfondire il discorso, siamo sempre a vostra disposizione!