La Corte di Cassazione ha stabilito che un trasferimento di denaro tramite bonifico, anche in assenza di un contratto formale di donazione, può essere considerato fiscalmente rilevante. Ecco il caso.
Avete mai inviato o ricevuto un bonifico da un familiare, convinti che fosse semplicemente un gesto di affetto, privo di implicazioni burocratiche?
Potrebbe essere il momento di esaminare la questione con maggiore attenzione,
poiché la Corte di Cassazione ha recentemente chiarito
che anche questi trasferimenti di denaro possono essere soggetti a tassazione come donazioni.
NON IMPORTA se non è stato firmato alcun contrato ufficiale o se in un secondo momento il dono è stato rifiutato:
ciò che rileva è l’effettivo trasferimento di ricchezza e il relativo arricchimento di chi riceve.
In altre parole, il fisco potrebbe voler dire la sua su queste operazioni.
Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.
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Donazioni informali – il caso specifico
Un esempio concreo aiuta a comprendere meglio la questione.
Un uomo trasferisce denaro e titoli finanziari dal suo conto presso una banca svizzera a un conto intestato a sua nipote, nella stessa filiale.
A prima vista, sembrerebbe un atto di pura generosità familiare.
Tuttavia, dopo alcuni mesi, la nipote decide di rifiutare formalmente il dono, restituendo quanto ricevuto.
Fine della storia?
Non per l’Agenzia delle Entrate, che ha considerato il trasferimento come una donazione indiretta, applicandovi la relativa tassazione.
La nipote si è opposta alla decisione, ma sia la Commissione Tributaria Provinciale di Bergamo che la Corte di Cassazione hanno confermato la legittimità dell’interpretazione dell’AdE.
La risposta della cassazione
Con la sentenza n.7442 del 20 marzo 2024, la Corte di Cassazione ha stabilito che
un trasferimento di denaro tramite bonifico, anche in assenza di un contratto formale di donazione,
può essere considerato fiscalmente rilevane
se comporta un arricchimento per il beneficiario e un impoverimento per il donante.
Questa regola si applica anche nel caso in cui il dono venga successivamente rifiutato: ciò che conta è l’iniziale passaggio di ricchezza.
La Corte ha inoltre sottolineato che le liberalità diverse dalle donazioni formali sono comunque soggette a tassazione se superano la franchigia prevista dalla legge.
Il principio alla base è chiaro:
ogni operazione che dimostra una capacità contributiva può rientrare nell’abito dell’imposta sulle donazioni, indipendentemente dalla forma in cui avviene o dalle eventuali successive modifiche dell’operazione.
Questo caso rappresenta un monito per chiunque intenda effettuare donazioni significative, anche nell’ambito familiare.
Non è sufficiente evitare contratti ufficiali per sfuggire al radar del fisco: il mero trasferimento di denaro o beni può essere sufficiente a far scattare l’obbligo fiscale.
Quindi, se avete in programma di fare un regalo importante, è fondamentale tenere conto delle implicazioni fiscali e valutare attentamente come procedere.
Quando di tratta di questioni economiche e giuridiche, meglio prevenire che curare.
Per ulteriori informazioni o per chiarire eventuali dubbi, non esitate a rivolgervi a esperti del settore come noi.