Calcolo interessi legali: qual èl a normativa
Calcolo interessi legali: quali sono le disposizioni contributive e fiscali

Nella presente guida forniremo indicazioni su tutte le informazioni utili in materia di calcolo interessi legali:

  • in quali casi sono dovuti
  • da quale momento decorrono, come devono essere calcolati
  • qual è la loro utilità
  • chi sarà a stabilire il tasso di interesse

Cerchiamo, quindi, di rispondere – nei paragrafi a seguire – a ogni dubbio relativo a tale argomento.

Gli interessi in generale: cosa sono?

Alle obbligazioni aventi ad oggetto una somma di denaro, c.d. obbligazioni pecuniarie, è collegata una obbligazione accessoria consistente, per l’appunto, nella corresponsione di interessi.

Le obbligazioni accessorie esistono soltanto in funzione dell’obbligazione principale: al venire meno di quest’ultima, anche quella accessoria non sarà più dovuta.

Gli interessi presentano queste caratteristiche:

  • hanno ad oggetto somme di denaro
  • sono accessori nei confronti dell’obbligazione principale
  • vengono corrisposti a cadenza periodica
  • sono calcolati in un tasso percentuale

Inoltre, gli interessi, potranno essere suddivisi a seconda che si proceda ad effettuare una classificazione in base alla fonte o alla funzione svolta.

Qualora si classifichino in base alla fonte, gli interessi si dividono in:

  • convenzionali, ossia gli interessi che vengono stabiliti mediante accordo stipulato dalle parti (debitore e creditore), rispetto alla obbligazione principale (es. gli interessi collegati al contratto di mutuo)
  • legali, ossia riconosciuti dalla legge e previsti ai sensi dell’art. 1282 c.c. secondo cui tutti i crediti esigibili e liquidi produrranno interessi
  • usuali, ossia che hanno la loro fonte negli usi (es. interessi su rimesse in conto corrente sono determinati dagli usi ai sensi dell’art. 1825 c.c.)


Nel caso in cui si classifichino in base alla funzione, gli interessi sono divisi in:

  • corrispettivi, ossia dovuti a seguito del vantaggio che il debitore ottiene grazie alla disponibilità del capitale altrui
  • compensativi, quali gli interessi che sorgono a seguito del risarcimento del danno
  • moratori, cioè gli interessi dovuti dal debitore per il ritardo nella esecuzione della prestazione

Gli interessi legali nello specifico

Di cosa si tratta?

Gli interessi sono il frutto civile che viene prodotto dal denaro, quale bene fruttifero.

Sono legali tutti quegli interessi che sono previsti dalla legge, riconosciuti e determinati sia ai sensi dell’art. 1282, co. 1, c.c. che dell’art. 1284 c.c.; precisando che tale ultimo articolo precisa che i c.d. saggi, ossia i tassi di interesse, vengono definiti annualmente con Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, sulla base del rendimento dei titoli di Stato.

La normativa di riferimento

La norma principale che tratta gli interessi legali è l’art. 1284 c.c..

Tale articolo, oltre a prevedere quanto indicato nel paragrafo precedente, relativo alla determinazione dei saggi mediante annuale promulgazione del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, prevede che gli interessi superiori al tasso legale debbano essere pattuiti per iscritto, diversamente sarà applicata la tassazione legale.

Sempre l’art. 1284 c.c., inoltre, prevede che dall’istante in cui è stata proposta domanda giudiziale, e qualora le parti non ne abbiano indicato la misura, il tasso degli interessi legali è pari a quello previsto dalla legislazione speciale in materia di ritardi nei pagamenti in transazioni commerciali.

Oltre al suddetto articolo, altra norma fondamentale in tema di interessi legali, è l’art. 1282 c.c.

Il contenuto di tale norma è stato già precisato nel paragrafo precedente, ciò che è necessario precisare in tale sede è che l’art. 1282 c.c. è una norma dispositiva.

Ciò significa che le parti possono decidere di derogarvi, ad esempio, prevedendo contrattualmente che gli interessi non siano dovuti o prevedendo un tasso più basso o più alto.

Interessi legali: quando sono dovuti e a cosa servono?

Gli interessi sono dovuti al tasso legale nel caso in cui il credito sia liquido ed esigibile.

Per credito liquido si intende che lo stesso sia ben determinato nel suo ammontare (ad es. Euro 2.000,00).

Per credito esigibile, invece, si intende un credito che non è soggetto a termine o a condizione per l’incasso.

Senza la presenza di tali due condizioni il creditore non potrà richiedere gli interessi.

Spesso ci si chiede se, al fine di far decorrere gli interessi, sia necessaria la costituzione in mora, ossia l’atto con il quale viene richiesto al debitore di adempiere all’obbligazione.

Si precisa che, tale costituzione in mora, non è necessaria qualora sia già scaduto il termine per pagare e se la prestazione debba essere eseguita presso il domicilio del creditore.

Da quando decorrono gli interessi?

Gli interessi decorrono dal momento in cui il credito sarà esigibile, ossia non sarà soggetto a termine o condizione, e liquido.

Il creditore, infatti, come abbiamo detto, non sarà obbligato ad effettuare una formale costituzione in mora del debitore, in virtù del fatto che l’obbligazione accessoria del pagamento degli interessi trova la sua fonte nella esigibilità del credito.

La legge prevede, tuttavia, una eccezione all’art. 1282 c.c.: i crediti per fitti e per pigioni, in deroga all’automatica produzione di interessi, matureranno soltanto a seguito di formale costituzione in mora.

Ulteriore eccezione è la situazione di cui all’art. 2033 c.c. relativa al pagamento dell’indebito: in tal caso il debitore esegue un pagamento senza avere in proprio capo alcun debito o esegue il pagamento di altri credendolo proprio.

In tali situazioni, gli interessi sulla somma corrisposta, decorreranno dal giorno in cui è avvenuta la richiesta di restituzione, qualora colui che abbia incassato il denaro era in buona fede; diversamente, ossia in caso di malafede di colui che abbia ricevuto la somma, gli interessi decorreranno dal giorno del pagamento.

A cosa servono gli interessi legali?

Gli interessi legali hanno una finalità remuneratoria, rappresentando il costo del denaro.

Come si è già avuto modo di precisare, gli interessi legali sono previsti dalla legge e, qualora le parti non pattuiscano un importo a tale titolo, verrà appunto applicato il tasso legale.

Medesimo discorso si applica per gli interessi moratori: nel caso in cui le parti non abbiano deciso diversamente, verrà applicato il tasso legale.

Come si fa il calcolo degli interessi legali

Gli interessi legali, avendo la caratteristica delle periodicità, maturano con il passare del tempo e sono calcolati in percentuale – con il c.d. saggio – in base alla somma capitale a cui accedono, per il sopra esposto principio di accessorietà.

Il calcolo degli interessi legali, quindi, dovrà tenere in considerazione questi elementi: capitale, percentuale (o saggio) e tempo.

La formula di calcolo è, pertanto, la seguente: Interessi = Capitale x Tempo x Saggio / 100

Tasso percentuale degli interessi legali: il saggio

La misura relativa agli interessi legali è definita con il termine “saggio”.

Come si è già avuto modo di precisare, tale saggio è un elemento variabile essendo stabilito annualmente mediante Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, con riferimento al rendimento medio dei titoli di Stato.

La decisione di rimettere la determinazione del saggio al legislatore è derivante dal voler dare maggiore certezza possibile a tali percentuali.

In linea generale, il tasso degli interessi legali è stabilito nella misura del 5% in ragione d’anno; il Ministero dell’Economia e delle Finanze può poi modificare, appunto con il suddetto Decreto, tale tasso percentuale.

Nel caso in cui entro il 15 dicembre di ogni anno nulla sia pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il tasso precedentemente stabilito rimane invariato anche per l’anno successivo.

Tasso legale e disposizioni contributive e fiscali

Come abbiamo detto, dall’1 gennaio 2022 il tasso legale passa dallo 0.05% all’1.25% annuo.

La variazione del tasso legale prevede modifiche anche relativamente a disposizioni contributive e fiscali, vediamo più nel dettaglio tali situazioni.

Prima di tutto, nel ravvedimento operoso.

L’aumento del tasso legale prevede un aumento delle somme dovute a titolo di ravvedimento operoso ex art. 13 del D.Lgs. 472/1997.

Per regolarizzare i tardivi, insufficienti, omessi versamenti di tributi tramite il ravvedimento operoso, infatti, sarà necessario corrispondere anche gli interessi moratori calcolati al tasso legale, maturati sino al momento del pagamento.

Altra situazione è l’ipotesi di rateizzazione degli importi dovuti conseguentemente all’adesione a soluzioni deflattive del contenzioso, come l’accertamento con adesione ex art. 8 del D.Lgs. 218/1997 e l’acquiescienza ordinaria all’accertamento ex art. 15 del D.Lgs. 218/1997.

Inoltre, la modifica del tasso legale ha conseguenze anche relativamente alle sanzioni civili disposte per il ritardato o l’omesso versamento di contributi assistenziali e previdenziali di cui all’art. 116 della L. 388/2000.

Questi sono solo alcuni esempi, ma il calcolo degli interessi legali risulta essere di fondamentale importanza sia in ambito legale che fiscale.

Affidarsi, pertanto, a commercialisti qualificati che sappiano effettuare il calcolo esatto degli interessi legali è di fondamentale importanza per non incorrere in errori e avere una soluzione certa per i propri problemi.

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