Il Concordato preventivo biennale (CPB) è una misura fiscale che mira a favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi. Ma è veramente conveniente per tutti? Tutte le informazioni qua sotto.
Siamo ormai agli sgoccioli: il termine per aderire al Concordato preventivo biennale (CPB) si avvicina velocemente e molti professionisti e contribuenti stanno esaminando i potenziali vantaggi fiscali.
Prima di prendere una decisione affrettata, è importante riflettere su alcuni aspetti meno evidenti, soprattutto in termini di possibili contenziosi con il Fisco.
Cosa prevede il CPB?
Il CPB si applica ai periodi d’imposta 2024 e 2025 e introduce una
protezione dai cosiddetti accertamenti induttivi,
cioè quelli che l’Agenzia delle Entrate fa senza basarsi esclusivamente sulle dichiarazioni presentate,
ma piuttosto sui dati raccolti autonomamente, anche in base a semplici presunzioni.
MA tale protezione NON è assoluta.
Se emergono gravi irregolarità, come una dichiarazione infedele o la scoperta di redditi non dichiarati per più del 30% rispetto a quanto dichiarato, l’Agenzia può comunque intervenire.
In pratica, chi aderisce al CPB potrebbe evitare molti controlli,
ma solo a patto che la propria posizione fiscale sia cristallina.
Vediamo tutti i dettagli.
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CPB – Cosa succede con i termini per l’accertamento?
È importante considerare anche l’estensione dei tempi di controllo da parte del Fisco.
Normalmente l’AdE ha tempo fino al quinto anno successivo per inviare accertamenti. Tuttavia, aderendo al CPB, i termini per il controllo si allungano.
Per chi utilizza anche il ravvedimento speciale, i termini si spostano addirittura al 2027.
Anche chi non usa il ravvedimento vede un prolungamento di un anno.
Quindi più tempo per il Fisco significa più possibilità di trovarsi in una situazione di contenzioso, anche per errori minimi.
Il regime premiale ISA: un’alternativa migliore?
Il CPB è veramente la misura più conveniente?
Sicuramente vale la pena considerare il regime ISA (Indici Sintetici di Affidabilità).
Se si ha un punteggio ISA alto si può già beneficiare di protezioni molto simili a quelle offerte dal CPB, con il vantaggio di non subire l’allungamento dei termini di controllo.
Ad esempio per chi raggiunge questi punteggi, l’Agenzia delle Entrate non può usare le semplici presunzioni per rettificare le dichiarazioni e inoltre i termini per i controlli si riducono invece di allungarsi.
Dunque, se avete una posizione fiscale solida, ben documentata e trasparente, aderire al CPB potrebbe NON essere la scelta più vantaggiosa.
Quindi, prima di decidere, valutate attentamente la vostra situazione per capire quale sia la scelta più conveniente.
Per ulteriori dettagli e un’analisi personalizzata delle vostre posizioni fiscali, non esitate a contattarci.