Se funzionali e necessari all’esercizio della propria professione, è ammessa la deducibilità delle spese sostenute per l’acquisto del vestiario. I dettagli sulla deducibilità del look professionale di autonomi e professionisti.
Dopo averne parlato in passato in tutte le salse possibili, ora ne abbiamo finalmente la conferma ufficiale.
A stabilirlo questa volta è una recentissima sentenza della Corte di giustizia tributaria di II° grado di Milano, la n. 468/24, nella quale viene presa la determinante decisione in merito alla
deducibilità del vestiario professionale.
Non ci credete?
Vediamo nel dettaglio cosa è successo.
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Deducibilità vestiario professionale: chi dice che l’abito non fa il monaco?
Il CGT II° di Milano arriva a capo di un annoso enigma sul quale molti in questi anni si erano dibattuti, per dare rilevanza al fatto che in alcune tipologie di lavori,
il vestiario rappresenta una parte fondamentale e funzionale all’esercizio della propria attività.
Battaglia portata avanti da una nota icona e influencer del mondo della moda, che da sempre ha sostenuto questo concetto.
Esito della sentenza
Alla fine i giudici d’appello hanno dovuto
CEDERE AI FATTI!
“L’acquisto di vestiario di vario tipo e genere è una condizione strettamente collegata con l’attività svolta e ne rappresenta il necessario presupposto di modo che va ritenuto inerente alla particolare attività professionale esercitata”.
Per l’esercizio di determinate professioni, se l’abbigliamento risulta essere funzionale e un dettaglio necessario alla realizzazione di ricavi, i costi sostenuti per il loro acquisto
possono essere deducibili per almeno il 50%.
Questo aspetto apre le porte a molte altre situazioni che potrebbero alzare la mano.
Pensiamo ad esempio al lavoro dei food blogger o dei fitness influencer… i primi potranno dedurre tutti i costi connessi al cibo mentre i secondi potranno dedurre le spese per l’acquisto di integratori e inerenti all’attività sportiva.
Qualche obiezione?
Aspettiamo una vostra opinione.