Affitto breve: tutto quello che devi sapere

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Nell’ambito della locazione a breve termine emergono nuovi obblighi di comunicazione, in particolar modo a chi gestisce le strutture online. I dettagli sul contratto di affitto breve.

Affitto breve: tutto quello che devi sapere
Obblighi della locazione a breve termine

Non c’è dubbio che dal 2022 le varie località turistiche abbiano registrato un elevato numero di prenotazioni. Con questo non possiamo dimenticarci che le strutture ricettive che offrono un affitto breve soprattutto online, debbono sempre tenere nota delle loro entrate e darne comunicazione al Fisco.

Per questo nel nuovo anno sono entrate in vigore una serie di regole da rispettare per non rischiare di incorrere in spiacevoli sanzioni.

Vediamo quali sono.

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Affitto breve: che cos’è?

Regolamentato dall’art. 4 del D.L. 50/2017, il contratto di affitto breve consiste in un particolare accordo che

permette al locatore di affittare il proprio immobile ad uso esclusivamente abitativo, per un periodo massimo di 30 giorni.

Tali contratti possono essere stipulati direttamente dal proprietario dell’immobile o da un intermediario (es. agenzia immobiliare) che da enti che gestiscono portali telematici (es. Booking, Airbnb ecc.).

La locazione breve gode di un regime fiscale agevolato prevedendo l’applicazione opzionale della

cedolare secca con aliquota 21%,

per i contratti stipulati da persone fisiche private, in alternativa alla tassazione ordinaria che prevede il pagamento dell’Irpef e delle relative tasse addizionali.

Controlli a tappeto

Proprio riguardo i contratti di locazione breve emerge una nuova stretta sui controlli in attuazione della cosiddetta

Dac 7 (direttiva UE 2021/514) sulla cooperazione amministrativa fiscale.

Disposizione normativa che, intima l’Agenzia delle Entrate, dovranno seguire tutti i proprietari di locali messi in affitto.

L’obiettivo è introdurre l’obbligo di comunicazione al Fisco per le piattaforme digitali che gestiscono gli affitti a breve termine conclusi via internet e combattere l’elusione fiscale transfrontaliera.

Nuovi vincoli per i gestori virtuali

Dunque da questo momento in poi, i gestori dei market virtuali dovranno fare un lavoro in più:

  • a raccogliere e verificare le informazioni inerenti ai locatori presenti sulla piattaforma;
  • comunicare periodicamente le vendite al Fisco.

Saranno necessari dunque tutti i dati fiscali relativi ai proprietari degli stabili.

L’adeguamento va fatto immediatamente perché i gestori delle piattaforme dovranno comunicare l’Agenzia delle Entrate entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello in cui sono state svolte le operazioni, dunque a partire dal 2024.

Da questo obbligo di tracciamento sono esclusi:

  • Stati quando sono parti di una transazione economica;
  • società il cui capitale è negoziato in un mercato regolamentato di valori mobiliari;
  • venditori per il quale il gestore di piattaforma ha concluso meno di 30 affitti e l’importo totale del corrispettivo non supera € 2.000/anno.

Le sanzioni previste ai trasgressori per ciascuna comunicazione omessa vanno da € 3.000 a € 31.500, che scendono nella fascia tra € 1.000 e 10.000 in caso di trasmissione incompleta dei dati.

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