A partire da Quota 103 fino ad arrivare all’Opzione donna, le modalità di pensionamento sono molteplici quest’anno. Scoprite lo strumento di calcolo della vostra pensione.
Pianificare il proprio futuro è cosa ben difficile da giovani. Eppure lo è anche per chi ha superato i 60 anni che pensano già al giorno della pensione.
Nel 2023 sono nuovamente cambiate le regole per andarci, noi vi forniamo qualche strumento per darvi un’idea di quando potrete terminare il vostro percorso lavorativo e con quanto.
Pensione 2023: possibilità aperte
Le opzioni per andare in pensione quest’anno sono molteplici, sia che si tratti di pensione anticipata che per anzianità: si va dall’APE sociale, all’Opzione Donna, fino ad arrivare al sistema delle Quote come la Quota 103.
Per aiutarci a effettuare il calcolo dei versamenti previdenziali, l’INPS ha messo a disposizione uno strumento online in grado di simulare in maniera chiara un calcolo del proprio futuro.
Vediamolo nel dettaglio.
Pensami: il simulatore aggiornato per la pensione
Pensami è il simulatore messo a disposizione dall’INPS per fornire una stima pensionistica per i cittadini, compresi gli autonomi e i liberi professionisti.
Un avvertimento!
Per i giovani che hanno iniziato a lavorare da poco, le stime non sono delle più felici. Anzi, la pensione sembra un miraggio piuttosto che una reale possibilità.
Un chiaro esempio lo si vede facendo un calcolo ipotetico di un giovane di 25 anni in attività da un anno. Ebbene secondo le disposizioni attuali potrà andare in pensione anticipata a 70 anni, mentre la pensione di vecchiaia è prevista a 70 anni e 6 mesi.
Tutto questo se pensiamo che siano stati accumulati i contributi per almeno 46 anni e 4 mesi nel primo caso e 20 nel secondo.
Se invece siete arrivati quasi alla fine del vostro percorso lavorativo e avete oramai firmato tutta la documentazione, c’è un ultimo aspetto da considerare:
le trattenute!
Trattenute pensionistiche
Ora che avete raggiunto la pensione non crederete che tutto quello che è stato maturato finisca nelle vostre tasche.
Purtroppo anche quando sarete in pensione ci saranno delle trattenute da destinare allo Stato, proprio come accade per il pagamento delle tasse da parte dei datori di lavoro.
Dunque una parte di quanto viene erogato a ciascun beneficiario, viene accantonata per il pagamento delle tasse.
Alla luce degli ultimi adeguamenti le trattenute sulla pensione relative all’IRPEF, seguono gli stessi scaglioni di reddito previsti per i lavoratori:
- reddito annuo fino a € 15.000: IRPEF al 23%;
- reddito annuo fino a € 28.000: IRPEF al 25%;
- reddito annuo fino a € 50.000: IRPEF al 35%;
- reddito annuo oltre € 50.000: IRPEF al 43%.